Tutto è avvolto da una sfera di fuoco. Chiudo gli occhi nel timore che l'aria secca li asciughi del tutto.
Il giorno in cui nacque mio nipote, lo scorso anno, era un giorno di Maggio ma con queste stesse caratteristiche: vento caldo, sole implacabile e spietato, aria irrespirabile.
E' nato così il mio patatone, tra una folla di almeno dieci persone tutte in piedi ad attenderne il passaggio per cogliere i primi particolari di quel viso nuovo, sconosciuto, e ripagare con essi l'attesa trepidante.
E' nato tra gli applausi di mio padre, nonno all'apice dell'entusiasmo, e la lacrima discreta e subito estirpata dal viso del neo papà, mio fratello. Credo che in quella lacrima abbia realizzato la sua nuova vita che, prima d'allora,non aveva avuto carne né sangue da poterlo toccare se non per un soffio... ora invece il suo futuro era lì, lui lo stringeva a se tenendolo sul palmo di una mano, tanto era piccino il suo bimbo.
La neo mamma esce dalla sala parto, mio fratello l'avvicina con una tenerezza che non è frequente trovargli negl' occhi... e in quel momento passa il caldo, passano le pene dell'attesa e le mille domande sulla vita e l'universo tutto sembrano per un attimo aver trovato la loro risposta in una magia antica e incantevole che muove le manine e tira in su il labbro, quasi volesse sorriderci.