Arrivata a destinazione, metti un piede fuori e poi l’altro e poi… t’investe la brezza! Mentre passeggi un po’ dispiaciuta d’inficiare il lavoro del vento e delle onde che hanno levigato e compattato granello per granello tutta la spiaggia, ti compiaci della irripetibilità di quella sensazione e lasci che ogni conchiglia ti stupisca. Poi ti siedi un attimo, fai un po’ di disegni stupidi sulla sabbia umida, prendi il ciottolo più bello che hai trovato lungo il percorso fatto e che avevi messo in tasca, ti concentri e, mentre lo stringi forte tra le dita, ci riversi dentro tutti i pensieri che ti assillano, tutta la paura che hai di tornare a casa e svegliarti che è ancora un Lunedì a trainarti (e non viceversa). Allora prendi la mira e lo lanci, provando a fare più rimbalzi sul pelo dell’acqua che puoi e mentre questo affonda tu stai già muovendoti per tornare sui tuoi passi.
domenica 25 gennaio 2009
Domenica con sole
domenica 18 gennaio 2009
Il post della domenica
Salve a tutti cari amici, oggi voglio inaugurare una nuova rubrica, meglio dire un mini appuntamento, su questo blog derelitto che attende di rinascere in un contratto adsl e/o qualsiasi altro modo.
Fin’oggi l’unico appuntamento fisso è stato quello de “
Partiamo da una definizione, credo condivisibile, di DOMENICA.
Personalmente il mio riposo inizia dal sabato pomeriggio. Come avrete capito ormai, ho trovato un lavoretto con cui tengo la mente impegnata mentre aspetto che a qualcuno freghi qualcosa che ci sia una nuova laureata in giro. La domenica diventa quindi l’unico vero giorno di ozio per me…ma non è stato sempre così. Data la mia predisposizione genetica all’ansia e la tendenza alla perfettibilità (per altro, mai nemmeno sfiorata), le mie domeniche, dai 6 anni in poi, erano esclusivo preludio al lunedì scolastico. E allora dajè a ripassà. Nulla è cambiato con l’Università. Il tempo era meglio gestito ma se l’esame incombeva… addio vita sociale. E oggi che tutto questo sembra lontano anni luce, mentre, occhiali da sole fissati sul naso, contemplo lo sfavillare del mare sorseggiando caffè con panna (‘fanculo pure alla linea!), mi dico: sei stata una pazza! Meno male che la vita ti ha concesso questa nuova possibilità! E ringrazio.
martedì 13 gennaio 2009
lunedì 12 gennaio 2009
Siracusa è la mia città. Siracusa è la mia gabbia dorata.
Ho lasciato Catania col magone, che quasi non pensavo di riuscire a sopravvivere.
Sono approdata a Siracusa perché qui mi si offriva un lavoro, qui c’è la mia famiglia, qui è prigioniero della disoccupazione anche il mio amore. Che sarà mai? Mi sono detta… ed ho ripreso la vita da dove l’avevo lasciata. Ma il dispiacere di dover riarrangiare i sogni sul volere degli eventi non mi lasciava pace. Poi ieri mattina, scendendo dal Belvedere, mentre attraversavo le mura dionigiane… mi si para davanti una festa di luce. Il sole riflesso sul golfo di questa città stretta e, in quel momento anche le fredde coperture plastiche delle coltivazioni in serra mi sono apparse bellissime. E mi sono sentita fortunata per la storia che mi circonda e la bellezza che fa meno amaro il mio soggiorno qui. Mi consolo di bellezza, di luce e di vita ho pensato, e le budella aggrovigliate si sono rilassate, come non avveniva da mesi ormai. Eccomi: aspettando condizioni migliori per ridestare i proggetti sopiti.
PS: qui ci vorrebbe qualche punto di vista alternativo del mio compaesano Enzo…