Quando pensate a qualcuno che si lascia andare a cosa pensate?
Alle pantofole, la vestaglia, la barba lunga e le macchie di sugo che ravvivano lo sciatto biancume della maglia di lana che andrebbe lavata (o bruciata, oramai)?
Eccomi!
Al posto delle pantofole i miei inseparabili anfibi, gli abiti li cambio ancora di giorno in giorno ed abbino i colori (ancora) e pur sempre a mio personalissimo gusto, ma lascio lunga la lista delle mail che non scarico né leggo ormai da settimane, mi collego di rado su msn, evito di registrarmi su facebook, ho scordato la mia password su skype. Lavoro la mattina, lavoro il pomeriggio, lavoro anche la sera, per tornare a lavoro il mattino dopo con un po’ meno lavoro… che poi si aggiunge dell’altro lavoro e non finisco più di lavorare!
Ogni tanto mi assale la rogna di chi sente di sprecare.
Altre volte ringrazio il Cielo di avere almeno una timidissima speranza che un giorno guadagnerò abbastanza da poter vivere affianco al mio uomo, pagarmi una casa, pensare di avere un figlio e tornare a sognare… che sognare è roba da gente piena di fiducia! Quindi non per me… che dispero che l’Italia svolti e, nei periodi di pessimismo cosmico, anche che il mondo svolti.